lunedì 10 dicembre 2012

La vita in una scatola

Ho aperto da poco la scatola di cartone dove sono contenute le lettere che mio nonno scrisse a mia nonna dal periodo del corteggiamento in poi durante il suo arruolamento nell'esercito. Vi assicuro che è stata, già questa, una grandissima emozione.
Ho provato a leggerne alcune. A volte non riesco a capire le parole, la scrittura in corsivo di mio nonno non mi risulta del tutto comprensibile. Ma ogni parola pesa come un macigno. Leggere delle preoccupazioni e delle gioie, di tutto l'affetto per la donna che ha sempre amato, restituisce il senso di una vita.
Questa semplice scatola di cartone pesa come due vite.


"Mia Cara Pina
Son partito preoccupatissimo, sapendo che tua Nonna ti aveva rimproverato essendo stato informato di tutto, e che avrebbe senz'altro riferito tutto a tuo padre, non appena tornato.
Perciò per colmare il mio preocupande pensiero, prego volermi subito darmi tue notizie."

"...se tutto scemerebbe per la tua troppa timidità, ne morirei dal dolore,..."

"Ricordati che da questo, dipende tutto la nostra felicità."

"Comunque voglio sperare che il Signore mi aiuti in tutto,..."

"Mia Cara Pina" ... "il tuo Nino"

"Ho atteso più ora un tuo scritto, ma nulla ho ricevuto, questo è quanto ti ho raccomandato, col pianto nel cuore, nell'intanto che ti lasciavo, [...] Scrivimi te ne prego Pina!"

I sentimenti che le legano sono sempre gli stessi: l'amore, l'ansia, la preoccupazione, la voglia che tutto finisca presto, la possibilità di potersi rivedere. Tutto in stridente contrasto con il motto impresso su alcune buste, "Vincere!". Di vittoria non si parla nelle lettere. L'unica certezza è la convinzione di possedersi.

Queste lettere mi fanno tornare alla mente una canzone dei Modena City Ramblers.


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