domenica 7 ottobre 2012

Augurati che la strada sia lunga.

Finora ho scritto poco di Politica. In parte volutamente, per dare un taglio diverso a questo blog rispetto ai precedenti. E probabilmente questo mio tacere sull'argomento lo sotto rappresenta molto rispetto al peso che effettivamente ha nella mia vita.
So bene che non è un argomento che attualmente suscita simpatia ed interesse. C'è molta disaffezione, disincanto, disillusione. Eppure non dovrebbe essere così, non può essere così.
Oggi parlo di Politica perché ho compiuto una scelta, l'ennesima sul mio cammino di militanza. Un cammino che non inizia oggi, ma che dura da undici anni.
La mia prima tessera la feci nel settembre del 2001, all'età di 16 anni. Mi iscrissi, su invito di mio padre, alla Sinistra Giovanile. Da quel giorno di settembre è iniziato un percorso di militanza che mi ha fatto rimanere in quel partito fino al 2007. In quegli anni ho stretto tanti legami umani, ho portato avanti molte campagne, fatto volantinaggio, combattuto, vinto, perso. Ho vissuto da militante, sempre. Anche quando sono entrato nel Comitato Direttivo Provinciale della Sinistra Giovanile ed ho ricoperto la carica di Responsabile del Lavoro.
Quando quell'esperienza si è spezzata, con la scomparsa dei DS, ho vissuto un anno di transizione. Mi sono rifugiato nel PRC. Fino a quando ho intravisto la possibilità di un percorso che potesse portarmi nuovamente a far parte di un soggetto politico capace di rappresentare le mie istanze. E' così che sono giunto in Sinistra Ecologia e Libertà. Anche qui, da semplice militante di base, senza pretese.
Personalmente mal digerisco il personalismo autoreferenziale della politica videocratica di oggi. Non mi piacciono i pastori portatori di verità assolute. Non credo nell'uomo della Provvidenza.
Sono, però, convinto che ci siano persone destinate a lasciare il segno nella Storia. Volti che possono incarnare le aspirazioni di molti, i sogni, le speranze. Per questo avverto un legame sentimentale nei confronti di personaggi politici come Antonio Gramsci, Enrico Berlinguer, Pietro Ingrao. Ed allo stesso modo, oggi, sento di dover sostenere Nichi Vendola.
Non perché Vendola possa essere il nuovo Re taumaturgo, il demiurgo del popolo. Semplicemente perché in Vendola c'è un po' delle mie aspettative, dei miei sogni, delle mie speranze. Non senza limiti, che sono umani. Non senza errori, ma con la serenità di una volontà forte che vuole guardare al futuro ed esercitare il cambiamento.
Ecco, per me sostenere Nichi Vendola, nelle primarie del centro-sinistra prima e come candidato alla presidenza del consiglio poi, significa poter smettere di dover guardare solo al passato per trovare esempi di vite che hanno avuto il merito di essere state vissute non solo per se, ma per tutti.
Questo non vuole essere un post di campagna elettorale. Racconta solo di una scelta politica personale. E' un passo in un lungo cammino.
Come ha scritto qualcuno, l'unico mio intento è quello di augurare a me stesso ed a tutti coloro che riescono ad avere la forza per sperare che la strada sia lunga.

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